Psicologia pubblicitaria: gli aspetti che influenzano i nostri acquisti
Ci sono pubblicità che restano impresse nella nostra memoria anche a distanza di molti anni, così come campagne pubblicitarie che ricordiamo con affetto. Ogni effetto causato da un annuncio pubblicitario deriva dalla psicologia pubblicitaria.
Il successo di una campagna non dipende dal caso o da un colpo di genio del creativo di turno. Tutto è frutto del risultato di attente scelte strategiche e psicologiche effettuate a monte.
Nell’articolo di oggi vogliamo parlarvi proprio di come la psicologia pubblicitaria è in grado di orientare le scelte d’acquisto dei consumatori e di come la psicologia pubblicitaria sia preponderante anche nelle campagne di Digital Out-Of-Home.
Psicologia pubblicitaria: una definizione
La psicologia pubblicitaria è un campo di studio interdisciplinare all’interno del quale convergono interessi e variabili che lavorano per prevedere tendenze psicologiche di consumo.
La psicologia pubblicitaria ci porta a considerare la pubblicità non solo come pubblicazione di annunci sul web, su riviste o cartelloni pubblicitari: la pubblicità è rappresentata da tutto ciò che ci circonda all’interno e all’esterno di uno store, dagli effetti emotivi che è in grado di scaturire al grado di influenza che riesce ad esercitare sulle nostre scelte d’acquisto.
La psicologia pubblicitaria e l’effetto sui consumatori
Dietro ogni campagna pubblicitaria si nascondono una serie di decisioni strategiche e psicologiche che ne decretano il successo. In ogni scelta pubblicitaria, creativi e professionisti della psicologia pubblicitaria lavorano insieme per ottimizzare le campagne e generare risultati in termini di emotività. Questi elementi sono fondamentali soprattutto per le campagne di Digital Out-Of-Home che incidono maggiormente sui consumatori poichè intercettati in contesti in cui si ha una maggiore predisposizione alla ricezione di uno stimolo pubblicitario.
Da uno studio condotto da YuMe e IPG Media Lab è emerso come il 41% dei consumatori è molto più ricettivo quando si parla di Digital Out-Of-Home piuttosto che di pubblicità televisiva: l’utente che fa shopping all’interno di un centro commerciale è psicologicamente più rilassato e si lascia attrarre facilmente da un messaggio pubblicitario; l’utente che sta seguendo il suo programma televisivo preferito, se interrotto dalla pubblicità, è più portato a fare zapping invece che soffermarsi sulla pubblicità. Questo comportamento ha chiarissime origini psicologiche e laddove un consumatore si trovi in uno shopping mall o a spasso tra le vetrine del centro recepisce i messaggi pubblicitari come meno incisivi e molto più accidentali sentendosi così stimolato ad acquistare e non bombardato da messaggi commerciali.
Il Digital Out-Of-Home è la psicologia pubblicitaria
Il Digital Out-Of-Home si sta evolvendo per rispondere alle esigenze dei nuovi consumatori e il Covid ha accelerato questo processo di evoluzione dimostrando come il mezzo pubblicitario DOOH non sia esente dagli effetti della psicologia pubblicitaria.
Oggi la pubblicità fuori casa rappresenta il mezzo ideale per interagire con i visitatori dei centri commerciali, delle città e delle comunità. Nella realizzazione delle campagne pubblicitarie di Digital Out-Of-Home è fondamentale studiare quali tecniche persuasive inserire all’interno del messaggio e per farlo il pubblicitario, colui che studia la pubblicità dal punto di vista psicologico e creativo, ha bisogno di sfruttare tutte le leve della psicologia pubblicitaria che portano l’utente a comprare il prodotto commercializzato.
Quando creativi e pubblicitari lavorano all’ideazione o all’adattamento di una campagna da veicolare su impianti digitali, devono considerare i seguenti meccanismi psicologici:
- Identificazione. Il consumatore deve potersi identificare negli attori delle pubblicità veicolate all’interno dei maxi schermi e dei totem pubblicitari cosicchè possa sentirsi coinvolto a livello emotivo e spronato a procedere con l’acquisto. È il caso della pubblicità dei croissant Bauli che mostra una tavola imbandita e un uomo mentre addenta con gusto il croissant: quante persone hanno condotto quell’immagine alla colazione ideale e quante si sono identificate nella donna?
- Associazione simboliche. Le tecniche pubblicitarie utilizzate nel DOOH oltre a persuadere devono essere in grado di scatenare nel potenziale acquirente desideri e bisogni da soddisfare. Uno spot pubblicitario di un’automobile, veicolato all’interno di un impianto di digital signage porta il consumatore a desiderare quell’auto per associazione simbolica con il riconoscimento sociale, il senso di indipendenza e una maggiore sicurezza emotiva. Applicare le tecniche di psicologia pubblicitaria al Digtial Out-Of-Home porta l’oggetto pubblicizzato a diventare uno status symbol: se acquisti una macchina sostenibile, sei una persona di valore.
- Combinazione e compensazione. Il consumatore, inconsciamente condizionato dagli spot pubblicitari, mette in moto un processo di compensazione e cerca appunto di arginare le sue carenze psicologiche identificandosi in un contesto pubblicitario visto all’interno degli impianti digitali durante lo shopping: acquistare un buon profumo lo porta ad essere circondato da belle donne. In questo modo la psicologia pubblicitaria applicata al DOOH permette ai consumatori di essere chi si desidera essere.
Le persone che passeggiano nelle gallerie dei centri commerciali se si imbattiamo in una pubblicità digitale, inconsciamente sono attratti e focalizzano l’attenzione su tutti gli elementi della pubblicità che rispondono alle sue aspettative e ai suoi desideri.
In ogni campagna pubblicitaria nessun elemento è introdotto casualmente, le parole e le immagini vengono combinate efficacemente per persuadere i consumatori e incentivarli agli acquisti.
Qual è l’ultima campagna di Digital Out-Of-Home che hai visto? Quale effetto ha scaturito in te? Condividi con noi le tue considerazioni.
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